Ormone della crescita: che cos’è, sintomi e trattamento

Ormone della crescita: che cos’è, sintomi e trattamento

Quindi Serena Barello, professore associato di Psicologia della Salute presso l’Università di Pavia – Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e Comportamento, ha affrontato l’altrettanto delicato tema dell’impatto psicologico su pazienti e caregiver del deficit di GH in età pediatrica. Le cause congenite includono anomalie dei recettori dell’ormone di rilascio del GH, mutazioni genetiche e alcune malformazioni del sistema nervoso centrale; le cause acquisite comprendono lesioni cerebrali, infezioni, tumori o radioterapia. La dr.ssa Barello ha evidenziato che “una terapia long acting che preveda una somministrazione settimanale di GH, invece che quotidiana, può andare a modificare tutta quella serie di fattori che influiscono negativamente sulla terapia e di conseguenza migliorare sia l’aderenza e sia la qualità di vita”. Nei bambini le iniezioni di ormone della crescita possono essere effettuate ogni giorno in casa.

In casi specifici, per ridurre ulteriormente il rischio di recidiva, sulla base dell’esame istologico iniziale e delle condizioni generali della paziente, l’oncologo può decidere di prolungare il trattamento fino a dieci anni. Nei tumori con recettori ormonali positivi in fase precoce a tutte le età e in quelli in fase avanzata, la terapia ormonale per il tumore del seno generalmente si assume per bocca una volta al giorno, di solito sotto forma di compresse. È importante attenersi alla dose di farmaco prescritta dall’oncologo e alle istruzioni su quando prenderlo rispetto ai pasti, perché il fatto di avere lo stomaco vuoto o pieno cambia in maniera sostanziale l’assorbimento del medicinale. Il deficit di GH (GHD) è una malattia rara, caratterizzata dall’inadeguata secrezione dell’ormone della crescita dall’ipofisi. Può essere congenita o acquisita, sebbene nella maggior parte dei casi la sua eziologia sia sconosciuta e venga chiamata GHD idiopatica.

FOCUS ON: ORMONE DELLA CRESCITA

La terapia ormonale può ridurre il rischio di recidiva, ovvero la probabilità che il tumore si ripresenti dopo la conclusione di altri trattamenti (intervento chirurgico, radioterapia e/o chemioterapia) oppure può contribuire a ridurre per un certo periodo i sintomi di una malattia in fase più avanzata. Si possono assumere ormoni volontariamente sotto forma di farmaci prescritti dal medico, oppure inconsapevolmente da contaminanti presenti nell’ambiente. L’esposizione agli estrogeni nel corso della vita può cambiare in relazione a fattori individuali o riproduttivi (come l’età della prima mestruazione o della prima gravidanza, il numero dei figli, il tempo dell’allattamento) e in conseguenza ad abitudini e comportamenti.

  • La caratteristica principale e distintiva del Centro è la possibilità di seguire, grazie alla formazione specifica dell’équipe e all’esperienza ormai ventennale, pazienti in età pediatrica, di transizione e adulta, garantendo continuità di assistenza e cura per tutte le età, dal bambino all’adulto.
  • La cura del deficit dovrebbe iniziare il più precocemente possibile, in quanto permette di prevenire l’instaurarsi di uno scarto staturale importante.
  • Il goserelin viene somministrato ogni 28 giorni con iniezioni sottocutanee all’addome, da dove il farmaco viene assorbito gradualmente dall’organismo.
  • L’acromegalia, per esempio, è spesso associata allo sviluppo di polipi intestinali (e quindi all’aumentata possibilità di sviluppare Tumore maligno, caratterizzato da crescita incontrollata di cellule e tessuti rapida, infiltrante e metastatizzante. Se non curato risulta mortale. Talvolta termine usato come sinonimo di tumore.

Tuttavia, questi dati non sono stati dimostrati in studi pubblicati di recente, né è stato comprovato un aumento del tasso di gravidanza o di neonati. Il valore dell’ormone della crescita durante la stimolazione ovarica è attualmente molto incerto. I sintomi legati al deficit di ormone della crescita dipendono da diversi fattori, come l’età del bambino e la causa.

Malattie croniche e invecchiamento in salute

Il test dell’ormone della crescita viene utilizzato principalmente per identificare il deficit di GH e per valutare la funzionalità dell’ipofisiin seguito alla rilevazione di concentrazioni anomale degli altri ormoni ipofisari. Il test del GH viene di solito utilizzato per rilevare l’eccesso di GH e come supporto alla diagnosi e al monitoraggio del trattamento di acromegalia o gigantismo. I test di provocazione possono non rilevare i lievi difetti nella regolazione del rilascio di ormone della crescita (GH). Per esempio, nei bambini con bassa statura secondaria a una disfunzione secretoria dell’ormone della crescita (GH), la risposta ai test di provocazione dell’ormone della crescita (GH) è di solito normale. Tuttavia, determinazioni seriate dei livelli di ormone della crescita (GH) nell’arco di 12 o 24 h indicano un’anormalmente bassa secrezione integrata delle 12 o 24 h. Tuttavia, questo test è costoso e scomodo e quindi non è il test di scelta per deficit di ormone della crescita (GH).

I livelli di IGF-1 e di IGFBP-3 vengono misurati perché i livelli di ormone della crescita (GH) sono pulsatili, estremamente variabili e difficili da interpretare. I casi in cui vi è un aumento della produzione di GH sono curati tenendo conto delle cause che lo determinano, con terapie che utilizzano farmaci specifici oppure, interventi chirurgici o associando chirurgia, radioterapia e farmaci. L’ormone della crescita ottenuto attraverso la tecnologia del DNA ricombinante (rhGH) Sustamed (Sustandrol) 250 mg Balkan Pharmaceuticals è una sostanza simile a quella endogena. Per questo motivo è molto difficile, ma non impossibile, smascherarne l’uso da parte dell’atleta. Una volta iniettato l’RHGH ha infatti un’emivita piuttosto breve e se il controllo non viene eseguito entro pochi giorni dall’iniezione, è praticamente impossibile individuare gli atleti che ne hanno fatto uso. Allo stato attuale non esistono ancora test in grado di rilevare con assoluta certezza l’utilizzo di questa sostanza.

Fattori negativi per la secrezione di ormone della crescita

I pazienti con deficit dell’ormone della crescita associato a ipopituitarismo generalizzato Ipopituitarismo generalizzato L’ipopituitarismo generalizzato si riferisce a una sindrome da deficit ormonale dovuta alla parziale o completa perdita di funzione del lobo anteriore dell’ipofisi. Maggiori informazioni (panipopituitarismo) avranno anche la carenza di uno o più altri ormoni ipofisari (p. es., ormone follicolo stimolante, ormone luteinizzante, ormone adrenocorticotropo (ACTH), ormone stimolante la tiroide (TSH), ormone antidiuretico). Ad oggi non si possiedono dati soddisfacenti che riguardino l’aumento di statura nei soggetti sani ai quali sia stato somministrato ormone somatotropo esogeno. È stato pubblicato un solo studio (francese) a lungo termine che ha riportato guadagni medi di 3,5 cm su bambini di bassa statura. Se prendessimo questi risultati per buoni, potremmo definire la terapia con ormone della crescita per l’aumento di statura inefficacie – soprattutto a fronte dei rischi e dei costi che comporta. Per le donne che l’hanno seguita regolarmente per cinque anni, il rischio di morire di tumore al seno nei 15 anni successivi è inferiore di circa un terzo rispetto a quello delle donne che non si sono sottoposte al trattamento.

Però oggi é prodotto solo con tecniche di bioingegneria, e più specificamente con il metodo del “DNA ricombinante”. Esso ha una struttura uguale a quella umana e un livello di sicurezza terapeutica molto elevato. La terapia di un bambino con deficit di GH può essere iniziata solo dopo aver eseguito una risonanza magnetica cerebrale con studio dell’ipofisi per escludere la presenza di un tumore. La rimborsabilità di somatrogon si basa sui dati di uno studio randomizzato di fase 3 condotto in più di 20 paesi per confrontare la sicurezza e la sua efficacia rispetto alla somatropina somministrata una volta al giorno, su un campione di 224 bambini in età prepuberale con deficit di GH non trattato.

Inoltre è probabile che l’associazione sia solo indiretta e legata piuttosto all’infezione da HPV, ormai riconosciuta come causa principale di questo tumore. Con la diffusione della vaccinazione anti-HPV ci si aspetta che la relazione tra pillola e rischio di tumore alla cervice possa essere smentita. In alcuni casi, peraltro molto rari, può essere presente una storia familiare di deficit di GH, quando i genitori sono particolarmente piccoli e non sono stati precedentemente indagati dal punto di vista endocrinologico. Infine, l’anamnesi patologica remota deve indirizzare verso condizioni croniche (esempio, nefropatie, emopatie, malattie infiammatorie intestinali croniche, ecc).

Deficit ormone della crescita: c’è la terapia settimanale

Nei bambini, la terapia con il GH l’ormone può essere utilizzata anche in malattie in cui non sia presente una riduzione del GH, quali la sindrome di Turner, la sindrome di Prader-Willi e l’insufficienza renale cronica. Stimoli alla secrezione di GH sono rappresentati dall’esercizio fisico, da traumi, sepsi (risposta dell’organismo a seguito di una grave infezione) e dai livelli di glicemia nel sangue. L’ormone somatotropo influenzaanche il metabolismo degli zuccheri aumentando la secrezione di glucagone, un ormone pancreatico responsabile della mobilitazione del glucosio dalle riserve epatiche.

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Il trattamento può iniziare prima, durante o dopo la radioterapia e prosegue per un periodo variabile da sei mesi a tre anni. Quando la malattia è troppo estesa o diffusa per essere trattata efficacemente con l’intervento chirurgico o la radioterapia, e se sono presenti metastasi ai linfonodi o disseminate, la terapia ormonale rappresenta lo standard di riferimento. I cosiddetti agonisti dell’LHRH (o GnRH) agiscono a monte rispetto agli altri farmaci ormonali, perché bloccano la produzione dell’ormone luteinizzante (LH), con cui l’ipofisi stimola l’attività delle ovaie e dei testicoli. In particolare, in questo modo le ovaie smettono di produrre ormoni (ablazione o soppressione ovarica). La terapia va assunta per 5 anni dopo l’intervento chirurgico oppure in sequenza dopo 2-3 anni di tamoxifene, per un totale di 5 anni di ormonoterapia.

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